sabato 2 agosto 2014

Quante volte mamma

Un anno fa ero oggi per la terza volta mamma. Un terzo test positivo nelle mie mani. Dopo 2gg di gioia ero caduta nello sconforto più totale, mi dicevo che mai e poi mai ce l'avrei potuta fare, che sarei stata una mamma a pezzi per ciascuno e una non mamma per tutti. Questa pancia si era insinuata per caso nella mia vita in un momento in cui il mio mondo lavorativo (che ha un peso enorme -eccessivo- nella mia vita) era crollato, tutto ciò che era stato vero e costruito per 16 anni di colpo non era più vero e a me mancava il respiro e la terra sotto i piedi. In un contesto psicologico siffatto non ho saputo trovare nella nuova pancia il mio raggio di luce cui aggrapparmi, ma la vedevo come ciò che mi avrebbe tirata definitivamente nel baratro.ho sempre sognato una terza pancia, ma lì io non ce la potevo fare, e non ne uscivo. Eravamo in vacanza noi 4. Quella pancia è stata con me per tre mesi, è cresciuta custodita nel segreto della nostra coppia e forse anche per questo è stata una vacanza bellissima e intensissima per noi famiglia con me e R stretti stretti nel pensare a come affrontatare questa nuova vita che non riuscivamo ("non riuscivo"è più onesto) a far stare in alcun modo. a settembre era il momento di fare outing, ma anche di iniziare a chiedere aiuto. Ci volva innanzitutto un controllo ecografico, poi una richiesta di supporto alla famiglia. Ho impiegato una settimana al rientro dalle ferie per trovare il coraggio di chiamare il ginecologo per fissare la prima visita, l'ho chiamato, era in vacanza, visita fissata per la settimana a seguire, ma un giovedì mattina mi sono svegliata in un bagno di sangue, sono andata da sola al P.S. perché R è rimasto a casa con G&C, quella creaturina probabilmente non aveva nulla che non andava ma un distacco di placenta lo ha staccato dalla sua mamma impedendogli di continuare a crescere. Sanguinamento eccessivo (11 settimane, quasi 12), raschiamento immediato, rientro a casa nel tardo pomeriggio con la mia auto rimasta parcheggiata tutto il giorno lì fuori e la sera cena in pizzeria con gli amici, come nulla fosse successo. Una crepa nella testa e nel cuore. Il senso di colpa di non aver amato come si meritava quell'esserino (posso definirlo il mio terzo figlio?), ma io so che la testa non può influenzare il distacco di una placenta, se così fosse non ci sarebbe la 194/78, eppur quella cosa ti resta lì, nel tuo inconscio. Un inverno buio, pieno di kili, poi la decisione che era ora di rialzarsi: la dieta, riaperta la casa agli amici, sistemate le stanze di casa che Renato non mi lasciva sistemare. Una vera casa, una vera famiglia, una vera mamma, nuovamente una donna...e così è arrivata la quarta pancia. Questa volta ero corazzata, pronta a tutto nella mente ed un pochino anche nel cuore. Ho vissuto 8 settimane di gioia. I mostri della scorsa estate li avevo cacciati via, probabilmente il lungo cupo inverno aveva avuto la sua funzione curativa. Ho tenuto i piedi per terra durante quelle 8 settimane e per questo credo di essere ancora in piedi. Non sono cupa, qualche ferita la porto ma riesco a sanarla mangiando in modo eccessivo (pazienza, mi rimetterò a dieta quando ne avrò le forze), penso con allegria alla vacanza che verrà, ho sempre amici per casa e sorrido. Ciò che mi lascia nel limbo e capire se desidero ancora avere un figlio o meno, e non per la paura di perderlo, ma solo perché non so se ho ancora una volta il coraggio di azzardare questa follia...perché questo figlio in più ci sta ogni giorno un po' di meno (credetemi, la fatica dei 40 anni la sento nelle ossa) e la gran solitudine è un dato di fatto, ma un figlio in più sarebbe una gioia immensa...