martedì 8 luglio 2014

Giorni di pensieri e di bilanci.

Perché tanta propensione alla mammità? proprio io che sembravo l'anti-mamma.

Mi rispondo dicendo che c'è un lato chiaro e un lato scuro in tutto ciò.

Sono costretta a ripercorrere infinitamente tutto.


Partiamo da lontano. Sono stata una bimba timida introversa ma certamente amata e messa nelle condizioni di essere felice, che poi io lo sia riuscita ad essere realmente non so,  il ricordo nitido felice che ho della mia infanzia è la presenza della nonna Gina e dei miei genitori, sui ricordi più ostici, legati solo alla difficoltà di crescere, sorvolo volentieri. Sono poi stata un'adolescente felice e poi una ragazza-donna. Cosa ricordo chiaramente di tutto ciò? Ricordo la determinazione nell'essere una brava studente (prima a scuola e poi all'università) e questo mi appagava molto (io mi impegnavo e sul libretto arrivava il 30, semplice no?), ricordo poi la gioia, il trasporto e l’assolutezza del primo grande amore, 7 anni di vero Amore, e poi la grossa botta quando ho capito che l'amore è quel che è,  e la grande fatica per rialzarmi, c’è poi stato qualche amore palesemente sbagliato e qualche amore di ripiego, poi finalmente Renato, che non sono mai riuscita a trasformare in quell'amore conosciuto a 18 anni, ma che è per me il mio mondo, il mio porto sicuro, il mio riferimento con la realtà del mondo e il mio amore maturo, nonostante troppe volte mi faccia sentire la vita più dura di quel che è.  Gli anni di “fidanzamento” sono stati normali, non ricordo eccessi di felicità, ricordo invece come favolosi i nostri viaggi, e non solo per i posti visti, ma per la complicità che si genera in me e Renato nel vivere l’avventura. Il matrimonio è stato cruciale, essere scelta da Renato per la vita davanti a Dio è stato un passaggio fondamentale. Ricordo poi l'accanimento costante nel lavoro unito all'aver scelto una vita italiana, il voler essere una scienziata a tutti i costi anche se sono una donna e una biologa, e qui, con il senno dei 40 anni, registro il mio insuccesso più grande, ho dedicato anima e corpo a tutto ciò ma ora so che se una via non è percorribile (parlo della mia università) non c'è caparbietà o capacità che tenga, proprio perché questa è l’Italia (che io ho scelto). La scelta sbagliata è stata a 18 anni, avrei dovuto chiedermi che lavoro voglio, ma soprattutto posso fare da grande, avrei dovuto fare il medico. Ci sono poi mille cose in questi anni lunghi anni da non più bambina e non ancora mamma, nulla che mi manchi veramente. Particolare gioia nel pensare allo scoutismo, al rapporto con mio papà e alle amicizie che fortunatamente hanno sempre colorato e continuano a colorare la mia vita. Arrivo a me mamma, quella è stata la gioia massima, nulla di paragonabile a quanto avessi neanche potuto immaginare. Ha cancellato tutto. Prima Giulia e poi Cecilia. Poi le bimbe crescono, smettono di aver quel bisogno viscerale di me che mi faceva essere finalmente indispensabile a questo mondo. Tuttavia resta un legame e un attaccamento senza pari. Guardo le mamme che lasciano i figli per andare la sera in palestra o per uscire con le amiche o per andare a fare un corso di cucina o per andare a sciare o per uscire con le amiche, sono tutte cose che io amo fare, ma preferisco di gran lunga passare ogni singola serata con Giulia e Cecilia, tuttavia non potrei mai rinunciare al lavoro per restare a casa con loro (nonostante il dichiarato fallimento lavorativo), per la mia indipendenza economica e per la mia libertà mentale(che contraddittoria che sono). Giulia e Cecilia han dato un senso alla mia vita, prima non sapevo che che la mia vita avesse meno senso, ma ora lo so. So anche che non devo vivere solo in funzione loro perché altrimenti il giorno in cui loro spiccheranno il volo io rischierò di non saperle lasciare andare, ma la gioia dell’oggi tutta dedita ad essere mamma è troppo grande per mettermi a costruire oggi la mia indipendenza di domani. Poi ci sono quei due angioletti,  già ci sono anche loro, non riesco a sentirmi la loro mamma, per fortuna non li ho visti (testa cacciata sotto terra come uno struzzo), però sono stati per qualche tempo nel mio cuore e volente o nolente ho dovuto e devo lasciarli andare....ecco, credo stia in tutto ciò il mio desiderio di essere mamma....

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