giovedì 27 novembre 2014

dal web.... NON DITE AI MIEI FIGLI CHE ....

Ogni tanto mi coglie una nostalgia acuta di quando Lorenzo era piccolo, pochi mesi. Ci svegliavamo nella vecchia casa al quinto piano (la luce degli attici è roba di lusso anche se in affitto), lo vestivo bene e poi si partiva. Passi infiniti in mezzo all’inverno, lui dormiva al caldo vestito come Tutankhamon, io spingevo, spingevo e i pensieri non duravano più di un istante, sbuffi di condensa pronti a dissolversi nell’aria fredda. Aravo Torino, avanti e indietro: portici, vie, piazze, per chilometri, a ritmo costante perché il mio carico prezioso non si svegliasse. Mi manca quella marcia dell’amore, la ripetizione di un compito semplice, basta spingere e sei una buona madre. Poi c’è un momento in cui smetti di spingere e cominci a rincorrere, loro scappano, prendono velocità e tu dietro. Oppure a tirare. Si piantano come macigni lì dove sono e non c’è modo di mandarli avanti. E tutto si fa incerto, nessun sentiero arato, nessun percorso conosciuto, si va a zig zag. Non dite ai miei figli che mi manca spingerli, un passo dietro a loro, senza pensieri, senza incertezze, solo “guido io, tu dormi, se vuoi ti canto nel tragitto”.
Non dite ai miei figli che quando li minaccio col “conto fino a tre e vengo lì”, confido nei numeri periodici, perché non ho assolutamente idea di cosa debba accadere quando andrò lì.
Non dite ai miei figli che non gli ho mai dato le gocce di fluoro. Le compro, ma poi finisce che mi dimentico e poi mi sento in colpa e poi mi metto le sveglie sul cellulare per ricordarmi di farlo da domani e poi domani gli do le gocce di fluoro ma non gli faccio lavare i denti. Oppure gli faccio lavare i denti ma poi gli concedo un biscotto al cioccolato prima di dormire. E alla fine aspetto che su facebook qualcuno che fa controinformazione mi dica che le gocce di fluoro fanno crescere i denti sani, ma sotto le piante dei piedi.
Non dite ai miei figli che non ho un’idea precisa di quello che sto facendo con la loro educazione spirituale. Credo in Dio a giorni alterni e, infatti, ho battezzato un figlio su due. I giorni in cui Marta balla Maracaibo sono quelli in cui il mio ateismo vacilla. Resta che da piccola, a sei o sette anni, mio padre mi portava alla messa e per tutto il tempo la mia mente ripeteva delle bestemmie impronunciabili, era più forte di me, sapevo che era sbagliato e mi sentivo in colpa, ma quelle affioravano direttamente dall’inferno ed era impossibile ricacciarcele. Di notte temevo che mi apparisse la Madonna per punirmi. La storia delle bestemmie in chiesa, ecco quella non ditela ai miei figli.
Non dite ai miei figli che non ho un’idea precisa di quello che sto facendo con la loro educazione sentimentale. Ma ditegli, perché credo che lo debbano sapere, che non lo sa nessuno, ché i sentimenti “si provano” e molto spesso, purtroppo, non “si riescono”. Detto questo, non c’è dubbio alcuno, che loro mi siano riusciti (oggi è un giorno di fede) da Dio.

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